"Rasgàment de la ègia"

RITI CELTICI, STREGHE E MEZZA QUARESIMA

di Mirko Trabucchi


Una veduta serale di Piazza Vecchia

Quanti sogni hanno cullato quelle stradicciole di pietra… Quante passioni, sorrisi e poesie hanno respirato quelle sue alte mura… Bergamo Alta è sicuramente uno dei luoghi più incantevoli della Lombardia, una culla di serene emozioni il cui fascino è indescrivibile. Un luogo in cui il tempo sembra che si sia fermato, dove ci si deve recare per cogliere quelle emozioni che ti accompagneranno per tutta una vita.

Ma quando scende la sera, e quel vociare giornaliero si riduce ad un’atmosfera più intima, su quei vicoli, su quelle torri e case signorili, Signora Notte stende il suo mantello, ricoprendo il tutto d’incanto e mistero.

Scivolando tra le penombre in Piazza Vecchia, quell’antica torre osserva severa i leoni addormentati della Serenissima Repubblica, e proprio quella piazza fu la sede di celebrazioni, assemblee e sentenze… sì perché proprio lì era montato il patibolo su cui avvenivano le esecuzioni capitali, li fu accatastata la legna che aveva il compito di donare la purificazione alle “seguaci del maligno”, o meglio conosciute come le “Streghe”.


Strega al Rogo

La memoria di ciò che avvenne fu tramandarono nei secoli, incarnandosi, seppur in forma allegoria e qualsivoglia “politica”, su antichi culti propiziatori Celtici diffusi in tutto l’arco Alpino Padano, legati alla cacciata dell’inverno e al riscatto delle negatività dell’anno.

Durante la Mezza Quaresima infatti a Bergamo bassa il Ducato di Piazza Pontida fa rivivere  l’antica tradizione del “Rasgàment de la ègia”, che consiste, dopo la sfilata di carri allegorici in città, ad un grande rogo di un fantoccio raffigurante una brutta vecchia, che nell’immaginario collettivo rappresenta una Strega.

Sulla ègia ricadono tutte le negatività dell’anno, e il Ducato interpreta un aspetto particolarmente negativo che ha colpito la popolazione cittadina, che dopo un processo colmo d’ironia la ègia viene condannata al rogo con l’augurio che quelle fiamme purifichino le negatività tra un’esplosione di allegria e giubilo.

Un’allegoria che percorre nei gesti gli antichi processi dell’Inquisizione, in cui però per una volta non sono i dotti a giudicare il popolani, ma bensì è il popolo a giudicare i dotti e gli amministratori della città.


Brucia la ègia! Bergamo

La tradizione del Rasgàment o del Brüsá la ègia era particolarmente diffuso in tutta la Bergamasca, si basti pensare che un tempo sempre in città avveniva il rogo “Poer Piero” nella piazzetta del Delfino in via Pignolo. Ritroviamo inoltre traccia di questo antico rito in diverse località e paesi, come Covo, Castro, Cusio, Mozzo, Bianzano, Calusco d'Adda, Trezzo sull'Adda (MI)  E nel mondo Insubre con i falò della Giöbia.

Quando guarderete quelle fiamme brillare tra i palazzi di Bergamo pensate a quante storie esse possono ancora raccontarci...

 

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