IL FANTASMA DEL CASTELLO DI CASAROLA
Luogo: Torre de' Busi
Analogie: In tutta la Padania e nel continente Europeo
Narratore:
Mirko Trabucchi


Dipinto di un prigioniero

Rammenterò sempre quando nel 1992 il comune orobico de Tór de Büs venne accorpato alla nascente provincia di Lecco. In quel frangente sui cartelli stradali che indicavano la fine della provincia di Bergamo e l’inizio della provincia di Lecco capeggiavano le scritte “Bergamo Sempre” con un cuore disegnato.

Come spesso accade le genti vengono “semplificate” da carte e sistemi burocratici, non tenendo conto che si dovrebbe valutare che dietro le comunità umane esiste una’anima profonda composta da secoli di tradizione, lingua e storia.

Lo scenario di queste terre è il cuore della Val San Martino: montagne, prati ed una miriade di frazioni e borghi sparsi lungo i pendii e le alture. Tra queste località indubbiamente spicca la ben nota Valcava, un tempo nota meta sciistica. 

A Torre deì Busi vi è anche un’altra piccola località storica nella quale si trova un fortilizio medievale più comunemente chiamato il “Castello della Casarola”. Una voce accarezza quelle pietre durante le sere d’estate, l’eco di una triste leggenda... 

Quell’antica voce narra che un tempo, quando uomini d’arme si fronteggiavano tra questi valichi e le tensioni tra Guelfi e Ghibellini mantenevano la Val San Martino in una situazione socialmente instabile, nelle galere di questo castello si trovava rinchiuso un uomo di cui se ne ignora l’identità ne tantomeno la causa della sua detenzione.  

Lo sventurato giaceva incatenato a dei grossi anelli incastonati alla parete e gli fu concessa per scherno la compagnia di una capra. Un giorno, per una ragione sconosciuta, i reggenti del castello abbandonarono il maniero in fretta e furia lasciando il povero prigioniero ad un triste destino: quello di morire di fame e sete tra atroci agonie. 

Da quel giorno molte persone affermano che lo spettro dello sventurato si aggiri tra quelle mura, e che se un viandante durante la notte si trovi a passare nelle vicinanze del castello, possa udire lo sferragliare del trascinamento di quelle pesanti catene, accompagnati da terribili lamenti e dal belare di una capra… anche questa volta il destino ha riservato all’uomo la condanna più atroce. 

 

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